La Lega Pallavolo Serie A sul match del 25 dicembre. “Tutti i punti di vista sono da rispettare, ma giocare quel giorno è necessario”

 

Il 25 dicembre alle ore 18.00 alla BLM Group Arena di Trento si giocherà la prima partita della storia della Serie A di pallavolo disputata a Natale. Itas Trentino – Consar Ravenna è l’anticipo della prima giornata di ritorno della SuperLega Credem Banca.

Se il match natalizio è una anteprima assoluta, non lo è certo l’abitudine della Lega Pallavolo Serie A di fissare gare di campionato nei periodi festivi, ferie pasquali comprese, per dare ai tifosi e alle loro famiglie una occasione di frequentare un palasport con un grande spettacolo in giorni di relax, di abituali pause dal ritmo settimanale scuola-lavoro.

Riprendendo una tradizione anglosassone, quella di disputare match di calcio nel “Boxing Day”, era stato proprio l’Amministratore Delegato della Lega Pallavolo Serie A, Massimo Righi, a proporre all’Assemblea dei Club come giornata di gara il 26 dicembre fin dal 2005, quando venne frantumato in una giornata ogni record di pubblico precedente, a dimostrazione del gradimento di tifosi e famiglie per quella data. Una idea che venne poi copiata da molti altri sport, calcio compreso.

Di per sé, l’impegno natalizio di squadre e addetti ai lavori c’era già. Guardando la pianificazione dal punto di vista di allenatori e giocatori, chi gioca in trasferta parte comunque il giorno precedente e quindi da anni, a turno, le squadre passano il giorno di Natale in hotel e palestra nella sede di gara designata. Condividendo questo impegno con lo staff della Società ospitante, che ovviamente lavora il 25 dicembre per preparare l’evento.

Vasta eco mediatica ha creato la lettera scritta al Pontefice dal palleggiatore della Consar Ravenna, Davide Saitta. Nella lettera aperta il giocatore chiedeva a Papa Francesco di intervenire per “salvare” il suo Natale. Questo 25 dicembre infatti sarebbe stato il primo in assoluto che il giocatore, profondamente cristiano, avrebbe trascorso con la figlia, nata quest’anno. La trasferta con la sua Ravenna lo obbliga a lasciare la famiglia la vigilia e a trascorrere il Natale in trentino per un impegno agonistico. Nella lettera, molto toccante, Davide ha raccontato particolari molto intimi, dalla sua fede cristiana vissuta con orgoglio a circostanze famigliari che rendono il momento di condivisione natalizio ancora più carico di significato. Non è la prima volta che il giocatore esterna contro il calendario: in precedenza Saitta si era negativamente espresso su carta stampata e TV per le gare giocate a Pasqua.

Molti sono rimasti colpiti dalle parole di Saitta che hanno aperto un dibattito acceso. Questo, superata l’emotività, va ricondotto però alle esigenze tecniche di un calendario agonistico estremamente compresso a causa degli impegni internazionali della stagione preolimpica, un classico del volley a cadenza quadriennale. Se non coinvolge completamente la squadra di Saitta, che disputa solo la SuperLega Credem Banca e può qualificarsi alla Del Monte Coppa Italia, la formazione trentina gioca anche la Champions League, il che significa mediamente una partita ogni tre giorni.

L’Amministratore Delegato della Lega Pallavolo Serie A, Massimo Righi, ribadisce la delicatezza della questione: “Davide Saitta, con il quale avevo parlato anche prima che scrivesse la nota lettera al Pontefice, merita assoluto rispetto. Tuttavia il tema va riportato nella gestione complessa di un planning agonistico. Il palasport di Trento è impegnato da una gara del campionato di basket il 26 dicembre, data di scadenza per la partenza dei tanti giocatori che si devono qualificare con le proprie squadre a Tokyo 2020. Ravenna ha il turno di riposo domenica prossima e comprendo che il problema delle partite ravvicinate non li preoccupi più di tanto. Va anche considerato che probabilmente il pubblico e gli abbonati di Trento non gradirebbe un impegno alla vigilia, mentre una partita di SuperLega nel pomeriggio di Natale può essere allettante per una famiglia. Lo sport è anche intrattenimento”.

Vale la pena fare anche una considerazione di natura più generale. In Gran Bretagna o Stati Uniti, ambienti multiculturali per eccellenza, si gioca sempre, cercando ogni festività come potenziale casella del calendario agonistico. L’ambiente della pallavolo è internazionale e pluralista, come tale lo deve essere anche dal punto di vista culturale e religioso. Si tratta della sfera privata di tutti gli attori: pubblico, media, staff societari, atleti, allenatori e tutte le loro famiglie. Una tutela ad hoc appare un segno di rispetto, ma va tenuto conto che le persone possono avere vedute o credi diversi.