Giocatore della Prisma Taranto Volley e tifoso della Lazio. Giuseppe Patriarca, schiacciatore protagonista domenica sera nella selezione di A/1 che ha affrontato la nazionale azzurra nell’All Star 2007, ieri ha vissuto due contrastanti stati d’animo.
“ Grande gioia e soddisfazione per aver preso parte ieri sera, in un clima sereno e spensierato, a questa bellissima festa dello sport che è stato l’All Star con un palazzetto di Forlì gremito da un pubblico eterogeneo, coloratissimo e caloroso, composto da molte famiglie con bambini al seguito. Nel contempo grande tristezza perchè mi sento colpito in prima persona per la tragedia del tifoso della Lazio ammazzato in autogrill” – spiega il giocatore nativo di Sora – “ Sono un tifoso biancoceleste e conoscevo di vista il ragazzo morto che non era un ultras, ma uno come me che ama seguire la propria squadra del cuore quando può in casa ed in trasferta organizzandosi con gli amici per trascorrere assieme delle ore liete. Martedì scorso, ad esempio, ero all’Olimpico con mio padre ad assistere a Lazio – Werder Brema. Questa tragedia mi lascia allibito ma non voglio fare il moralista e sparare giudizi o sentenze come sento fare in queste ore”.
Per fortuna la pallavolo resta uno sport sano. Ti ritieni fortunato ad esser parte di un movimento che di sé all’esterno fornisce un’immagine pulita?
“Non mi è mai piaciuto fare dei distinguo. Io credo nei valori dello sport, qualunque esso sia. Ogni sport ha il suo bacino di utenza e le sue peculiarità, ha il suo tipo pubblico. E’ tutto proporzionato. Il volley, rispetto al calcio può gestire un minore flusso di spettatori in impianti maggiormente controllabili e comunque frequentati da un certo tipo di spettatore. Per risponderti dico che sono contento di far parte di questo splendido movimento ma ripeto non voglio fare il moralista.”
Torniamo all’All’Star , il presidente Bongiovanni una volta resa nota la tua convocazione ha dichiarato che ti vedrebbe bene in Nazionale, che ne pensi?
“Fa sempre piacere ricevere dei complimenti e ringrazio il presidente per quello che ha detto di me. Coach Anastasi, al quale faccio un grosso in bocca al lupo e del quale rispetto le scelte, mi conosce bene e sa che io sono a sua disposizione”.
Ma tu alla Nazionale un pensierino ce lo fai?
“Certo. Fa parte delle proprie ambizioni personali desiderare di vestire un giorno la maglia della nazionale che per un giocatore rappresenta un grosso onore. E’ da un po’che mi impegno e spero di poter essere preso in considerazione”.
Parliamo della tua squadra di club. Che campionato è stato prima di questa sosta?
“Io penso che nel mese di campionato disputato abbiamo avuto poco tempo da trascorrere in palestra ad allenarci per amalgamare il gruppo. Si è giocato praticamente una volta ogni tre giorni e siamo stati gran parte del tempo a giocare o a viaggiare. Posso dire che ci mancano all’appello due- tre punti . Potevamo ottenere qualcosa in più dalle partite in casa con Perugia, Padova e Piacenza. Con 11-12 punti da parte, la nostra classifica sarebbe stata più realista. I nove punti attuali non ci consentono di stare tranquilli ma neanche rappresentano una situazione drammatica”.
Avete rimediato sei sconfitte consecutive. Che tipo di lavoro farete in palestra in questo periodo, ossia in cosa dovete migliorare?
“ Non so se è per le sue caratteristiche individuali, ma questa squadra ha bisogno, per esprimersi al meglio, di lavorare quotidianamente su ogni fondamentale, di ripetere i gesti tecnici. Rispetto ad altre squadre bisogno di provare e riprovare ogni giorno. Ora abbiamo la possibilità di allenarci e lavorare meglio e penso che i risultati si vedranno alla ripresa del campionato.”
Pensi sia giusto che la squadra vada rinforzata così come è nelle intenzioni della società?
“Non entro nel merito delle decisioni del mio club. Ognuno fa il suo lavoro e si adopera per il bene comune. Noi giocatori ci impegniamo in palestra per migliorare ed avere delle migliori performance sportive. La società lavora all’esterno per poter potenziare la squadra. Penso, che come ha sempre fatto, ora stia analizzando la situazione a fondo per capire se si può aggiungere qualcosa e sta facendo del suo meglio per essere nelle condizioni di ottenere quelli che poi sono gli obiettivi comuni. Io amo sempre ragionare in termini di squadra, di gruppo. Se si perde o si vince lo si fa tutti assieme: allenatore, squadra e società”.
Ritieni che l’affare salvezza sia un discorso ristretto soltanto a Taranto, Corigliano e Latina?
“Secondo me non è un discorso aperto soltanto a tre squadre. Potrebbero essere coinvolti anche altri club come ad esempio Padova che sinora ha fatto molto bene ma che bisogna vedere se alla lunga regge questi ritmi con una squadra molto giovane, oppure Perugia che dista poco in classifica e non è molto continua nel rendimento o lo stesso Montichiari che fa fatica a vincere le partite tanto che poi va spesso al tie-break”.
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