Domenica parte la “Serie A2 degli italiani”


Passano da 4 a 5 gli italiani obbligatori in campo su sette giocatori.


Il parere di alcuni tecnici


 


Arriva il primo fischio che darà la partenza al Campionato di Serie A2. Domenica 17 ottobre sarà la sfida in diretta su Sportitalia 2 (inizio ore 11.30) tra Volley Segrate 1978 e Gherardi SVI Città di Castello ad inaugurare un campionato che si prospetta avvincente ed equilibrato. E che soprattutto ridurrà in maniera consistente l’apporto di giocatori stranieri.


 


Questa stagione sarà una vera e propria “Serie A2 degli italiani”, un campionato in cui i Club di A2 scenderanno in campo con due soli stranieri. La Lega Pallavolo Serie A ha infatti considerato maturo il processo iniziato sei anni fa insieme ai suoi Club, quando pose l’obbligatorietà della partecipazione di tutte le società ai campionati giovanili di ogni categoria (Under 14-16-18), continuando in parallelo a investire sulla organizzazione di tornei destinati ai giovani, come la Boy League Under 14 e il campionato Junior League (Under 20), oltre all’obbligo di farli partecipare ad un campionato di serie. Aumentare un italiano in campo significa procedere in questo progetto con un passo ulteriore e decisivo: dalla quantità creata dai settori giovanili si passa ora al salto qualitativo, quello in cui gli atleti di casa nostra dovranno provare il duro campo della Serie A2 per crescere, aumentando il parco titolari italiani della Serie A.


 


A parte la squadra completamente priva di giocatori oltre-confine, cioè la formazione federale del Club Italia Aeronautica Militare Roma, costituita in larga parte da giocatori usciti dai vivai dei Club di Serie A, l’obbligo di un italiano in più sul campo rispetto alla passata stagione (si passa dai 4 dell’anno scorso a 5 su sette giocatori in campo, libero compreso) darà agli atleti di casa nostra maggiore possibilità di mostrare le proprie qualità tecniche e crescere in un campionato che darà loro grande visibilità.


 


Una novità questa molto apprezzata dal settore tecnico della Serie A2 che quest’anno guiderà tanti italiani a migliorarsi nella seconda serie nazionale: “Credo che in A2 dare spazio agli italiani sarà importante e mi trova pienamente d’accordo – commenta Marco Bonitta, primo allenatore della Edilesse Conad Reggio Emilia -. La Serie A2 ha lo spazio temporale per allenare meglio i giovani italiani: ha la possibilità di lavorare la mattina e dedicare di conseguenza più tempo all’allenamento della tecnica. Questa è una caratteristica fondamentale per far crescere i nostri giocatori. Inoltre sicuramente un ragazzo italiano per squadra ricoprirà il ruolo di uno dei terminali offensivi principali”.


 


“E’ una formula positiva per gli italiani che avranno più spazio rispetto agli altri anni – dice Federico Rampazzo, tecnico della Energy Resources Carilo Loreto -. Il campionato in questa maniera rimarrà più omogeneo. Alcune squadre dovranno utilizzare qualche giovane in più mentre altre dovranno trovare equilibri differenti rispetto alla passata stagione e questo renderà la Serie A2 di quest’anno sicuramente più livellata. Fin dal mercato, se prima potevi giostrare la scelta dei giocatori non italiani posizionandoli in diversi ruoli, ora bisogna inserire gli stranieri nelle posizioni dove fanno la differenza. Credo vedremo un parco stranieri anche di qualità superiore rispetto alle passate stagioni”.


 


“Sarà un campionato molto equilibrato: se un giovane italiano si farà spazio è perché se lo merita ed ha la possibilità di confrontarsi con un numero elevato di partite in un campionato come la Serie A2 molto livellato e che non ha mai risultati già scritti – ammette Antonio Babini, tecnico della Marcegaglia CMC Ravenna -. Ogni partita richiederà uno sforzo mentale, tecnico e fisico non indifferente e se un giovane riuscirà a giocare con costanza nel Campionato di A2 avrà ampie possibilità di sfondare nella nostra pallavolo”.


 


 


Lunedì 18 ottobre la Federazione presenta la ricerca effettuata in Serie A1 nella passata stagione insieme a La Sapienza di Roma


 


Lunedì 18 ottobre 2010 alle ore 11.00 presso la sede della Federazione Italiana Pallavolo verrà presentata la ricerca “Autoefficacia personale e collettiva, coesione di gruppo nella pallavolo”, avente per oggetto il Campionato di Pallavolo di Serie A1 della scorsa stagione, e sviluppata nell’ambito della collaborazione con la Federazione Italiana Pallavolo e la Facoltà di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma.


 


L’attività di ricerca dell’Osservatorio sulla Psicologia dello Sport si è posta come obiettivo quello di esplorare le eventuali relazioni causali che intercorrono tra i livelli di performance individuali e del Team e la percezione degli atleti sull’efficacia personale, collettiva e coesione di gruppo in vari momenti dello svolgimento del Campionato.


Partendo dalla considerazione che il successo nelle competizioni non dipende solo da abilità di tipo fisico, ma anche da processi psicologici attivati dalle convinzioni di efficacia personale dei singoli, si prosegue considerando che quest’ultima non è però sufficiente a garantire l’efficacia del team, che invece dipende dalle capacità del gruppo di operare come unità e di creare sinergie. Nell’ambito del gioco di squadra preso in esame, dove il grado di interdipendenza del gruppo è molto elevato, sono quindi le convinzioni di efficacia individuale e ancor più quelle di efficacia collettiva gli indicatori più significativi per spiegare il funzionamento della squadra e dei risultati ottenuti.


La valutazione dell’autoefficacia del singolo è stata effettuata in relazione ad alcune dimensioni come ad esempio le funzioni critiche tipiche del ruolo che un atleta ricopre nel contesto del gioco: capacità nel servizio, nella ricezione, nell’alzata, nell’attacco, nel muro, nella difesa, alla reazione di fronte a sconfitte, prestazioni insoddisfacenti, momenti di crisi psicofisica, alla capacità di definirsi obiettivi stimolanti.


La valutazione dell’efficacia collettiva è stata effettuata in relazione alla percezione dei singoli atleti rispetto ad esempio alle capacità di raggiungimento degli obiettivi del team nel suo complesso, alla livello di collaborazione dei vari membri del team, alla coesione e spirito di gruppo, alla capacità del team di non darsi mai per vinti.

Le due dimensioni di efficacia percepita sono state poi messe in relazione ad altre variabili di interesse cruciale in ambito sportivo, quali la percezione della coesione di squadra e il profilo di personalità dei giocatori.