Non chiamateci “vice”. Perché quella formata da Daniele Albergati e Giuseppe Longo è molto più di una seconda diagonale. Le alternative ad Hoogendoorn e Jovanovic, infatti, arrivano a Bergamo sulla scia di due strade già tracciate e di idee molto chiare: umiltà, lavoro, entusiasmo e una voglia matta di indossare i colori dell’Olimpia. Due storie che partono da lontano e che hanno nella Caloni Agnelli uno snodo per nulla casuale.
Daniele Albergati – 2 metri d’altezza, l’ultima annata a Motta di Livenza in serie B – infatti, non solo è nato a Bergamo 24 anni fa ma è un figlio d’arte poiché papà Antonio è stato palleggiatore della Sav ai tempi della A2: “Un’emozione enorme difendere per la prima volta i colori della mia città – sottolinea – nella quale, prima d’ora, mi ero battuto soltanto da avversario prima, con Trento in cui militava anche un certo Simone Giannelli e in seguito con Bolzano”. Il percorso di Daniele è cominciato proprio in terra trentina nel ruolo di alzatore e con papà Antonio allenatore, poi il passaggio a schiacciatore e, quattro anni fa, ad opposto: “E’ un ruolo che amo – continua – e sono certo che coach Graziosi saprà farmi crescere ulteriormente. La scelta ideale per la mia carriera, ho grandi stimoli e sono felice anche di giocare in un palasport che offre una cornice spettacolare. Come mi ha ribadito più volte il mio amico Oreste Cavuto”.
Per l’altra metà, invece, bisogna percorrere un migliaio di chilometri a sud e arrivare a Castellana Grotte visto che nella Materdomini, nell’ultima annata, si è messo in luce uno dei registi di migliore prospetto: Giuseppe Longo. E quando si pensa al paese della provincia barese, tradizionalmente terra di grandi campioni, l’uomo-chiave è il direttore sportivo Vito Insalata: “Lo conosco da sempre – dice l’alzatore, che compirà 19 anni il prossimo 28 luglio – e appena ho notato la grande fiducia che lui e coach Graziosi hanno riposto in me non ci ho pensato due volte. Bergamo è una società organizzata ed ambiziosa ed è stato semplice scegliere la soluzione migliore per il mio futuro. Da un compagno di reparto come Igor Jovanovic ho tantissimo da imparare”. Per il giovanissimo pugliese si tratterà della prima esperienza lontano da casa: “Ho sempre giocato nella mia terra – rileva – , in ambito giovanile poi in B e in A2 nell’ultimo campionato. A Bergamo però so bene quanto sia organizzata la società e come si lavora: la semifinale raggiunta al primo anno in categoria ne è la dimostrazione eloquente. Per me è l’ambiente ideale per progredire, sono molto carico e determinato. I miei modelli? Toniutti ed Orduna, piccoletti come me, ma carismatici e abili tecnicamente”.