“Restavo lì a tirare per ore e ore, fino ad essere senza forza per arrivare al canestro, ma mi accorgevo che era proprio quello il momento in cui stavo migliorando”. La celebre frase di Michael Jordan, applicabile a qualsiasi sport, fa da premessa a un programma promosso dal Volley Tricolore per il “Progetto Giovani”, ovvero la collaborazione nata nella scorsa primavera dalle realtà pallavolistiche più importanti della città: Pieve Volley, Vigili e appunto Volley Tricolore che formano da quest’anno un settore giovanile unico.
Il progetto è curato per quanto riguarda l’attività motoria, dal preparatore atletico Giovanni Biondi, ex giocatore di rugby professionista che lavora da anni per la Federazione Italiana Rugby in particolar modo coi giovani dell’Accademia e delle nazionali giovanili e che collabora con la prima squadra del Volley Tricolore oltre che professore all’Università di Scienze Motorie di Parma, e dal coach della Conad Luca Cantagalli che si occupa della parte tecnica, potendo mettere al servizio la sua esperienza di grande campione della nazionale.
Cantagalli e Biondi, nel corso dell’anno, saliranno in cattedra con preparatori e allenatori del “Progetto Giovani”, con una serie di incontri e tavole rotonde dove si parlerà di preparazione fisica, tecnica, ma soprattutto ci si confronterà tutti insieme. Il primo incontro si è già tenuto pochi giorni fa.

«Ci troveremo ogni 40 giorni – spiega Biondi – Stiamo cercando di preparare un protocollo d’allenamento unico, che possa valere dalla prima squadra al settore giovanile, una sorta di pacchetto di esercizi fisici e tecnici. In modo che ad esempio il bagher, la battuta o il palleggio si insegni allo stesso modo sia ai “grandi” sia ai “piccoli”. Vogliamo che il Progetto Giovani cresca in modo serio e professionale, così da avere un giorno ragazzi di 18 anni formati e pronti magari ad allenarsi con la prima squadra. La parte fisica nel volley sta diventando sempre più importante. Io e Luca non vogliamo insegnare nulla a nessuno, anzi vogliamo mettere a disposizione le nostre competenze, ma anche essere pronti ad accettare suggerimenti da tutti gli altri allenatori. Ognuno ha qualcosa da imparare e da offrire».

«Questo progetto è molto importante – dice Cantagalli (nella foto in cattedra durante il primo incontro) – per migliorare un po’ l’idea di pallavolo di tutte le società che sono entrate nel settore giovanile. Avere una direttiva tecnica unica è fondamentale per crescere. Non salgo in cattedra con l’idea di fare il professore, ma vorrei che fosse un dibattito aperto assieme agli altri allenatori. Una tavola rotonda costruttiva per studiare in armonia e col contributo di tutti gli stessi metodi di insegnamento. Sono convinto che in questo modo riusciremo in futuro a cogliere i frutti di questo lavoro».