Nuovo rinforzo in palla alta per l’Itely Milano, che dopo l’innesto delle scorse settimane dell’opposto Milan Bencz aggiunge un’altra pedina nel roster a disposizione di mister Maranesi. La società meneghina annuncia l’ingaggio di Matteo Bertoli, schiacciatore classe 1988 proveniente dall’Elettrosud Brolo. Proprio recentemente, Bertoli (alto 1 metro e 96 centimetri) si era messo in luce al Pavesi nel match tra i siciliani e la squadra milanese, terminato 3-2 a favore dell’Itely. In particolare, il venticinquenne si era fatto applaudire soprattutto con le serie di battute in salto.
Dopo aver iniziato nel florido vivaio della Pallavolo Anderlini Modena (città dove è nato), Bertoli è cresciuto nella Pallavolo Modena, arrivando a vestire la maglia della Cimone in A1 nella stagione 2007-2008 con Giani in panchina. Successivamente, sono arrivate le annate in A2 prima con Isernia poi con Massa, dove nell’anno 2010-2011 ha disputato la B1. Dodici mesi dopo, il passaggio in A2 a Santa Croce prima dell’approdo in estate all’Elettrosud Brolo per poi arrivare adesso a Milano. Il talento non gli manca: del resto, la pallavolo è di famiglia, visto che Matteo è figlio di Franco, il leggendario “Mano di pietra” che ha scritto pagine storiche della pallavolo modenese.
LE SUE PRIME PAROLE DA GIOCATORE ITELY – “Ero già stato in trattativa – spiega Matteo Bertoli – nella scorsa estate e con la dirigenza ci siamo risentiti nei giorni scorsi e ho accettato subito. Avevo voglia di rilanciarmi in un momento dove i risultati di squadra a Brolo non arrivavano, anche se il mio rendimento era buono. Quando ho sfidato l’Itely al Pavesi, ho visto dall’altra parte della rete una formazione con grandissime potenzialità”. Quindi aggiunge. “Individualmente, sono un giocatore agonistico, che punta principalmente su battuta in salto e attacco, anche se quest’anno la ricezione è andata bene finora. Tra i nuovi compagni, conosco molto bene Seregni, con cui ho giocato insieme a beach volley, mentre sempre sulla sabbia ho sfidato Giglioli. Successivamente, ho conosciuto anche Cerbo e Daolio”. Il suo arrivo a Milano giunge con la “benedizione” di papà Franco. “E’ contentissimo – confessa Matteo – di questa scelta, anche perché conosceva già la dirigenza. Mi ha consigliato di accettare la proposta, che comunque era già la mia volontà”.