“A mente un po’ più fredda – dice il patron della società cuciniera Fabio Giulianelli – il primo pensiero è di rassicurare tutti i nostri tifosi sul proseguo del nostro impegno nel mondo della pallavolo con lo spirito e l’entusiasmo di sempre, quindi con la forte volontà di restare sempre al vertice. In ventitre anni di attività la A. S. Volley Lube si è ritagliata penso più che meritatamente un ruolo di primo piano nel mondo dello sport, in primis a livello di immagine grazie alla solidità, alla serietà e alle grandi ambizioni che abbiamo costantemente coltivato, nella società e nell’azienda Cucine Lube su cui essa affonda le radici. Tutto questo resta, e sarà il nostro punto di forza anche in futuro. D’altra parte però, al di là dell’innegabile amarezza generata dalle delusioni che abbiamo vissuto nella stagione appena conclusa, credo che nello stilare i nostri progetti per le prossime stagioni, non possiamo non tener conto dei cambiamenti epocali che stanno riguardando il mondo intero. Sotto l’aspetto economico prima di tutto, e si tratta dunque di cambiamenti da cui neppure lo sport può prescindere. Abbiamo sempre spiegato a chiare lettere come per noi sia fondamentale che la filosofia gestionale della società sportiva rispecchi appieno quella dell’azienda, in cui è naturalmente fortissimo il concetto di responsabilità, legato al raggiungimento di risultati. Vogliamo dunque che lo stesso concetto valga anche per la squadra, ed è per questo che proporremo a tutti i nostri giocatori ed ai membri dello staff sotto contratto, che a partire dalla prossima stagione agonistica il 25% dei loro ingaggi, che sappiamo benissimo essere al top, sia vincolato al raggiungimento di risultati. Si badi bene, tale proposta non deve essere interpretata come una penalizzazione, bensì come la volontà di gettare delle basi importanti per il futuro della squadra, investendo fiducia e denaro nei confronti degli atleti, dei tecnici e dei ollaboratori che avranno sposato appieno la nostra logica aziendale, assumendosi delle responsabilità insieme alla società, soprattutto nei confronti dei tifosi, ma anche di loro stessi. Naturalmente tale tipo di contratti riguarderà anche i nuovi arrivi. Ribadisco, in questi ultimi anni il mondo è cambiato interessando tantissimi aspetti della vita sociale. E lo sport è decisamente in ritardo rispetto a questi cambiamenti, rimanendo appoggiato su delle vecchie fondamenta che col passare del tempo scricchiolano sempre di più. Noi vogliamo semplicemente far sì che anche uno sportivo sia paragonato ad un qualsiasi altro professionista, che sia dunque responsabile di come ha svolto l’incarico che gli è stato affidato, e di conseguenza dei risultati raggiunti”.