Teniamo bene a mente ciò che è successo mercoledì sera, e ciò che da più di 9 mesi sta avvenendo sotto i nostri occhi, perché con la gara di mercoledì siamo ufficialmente entrati a far parte della storia di Molfetta e del volley di casa nostra. In questa magnifica e strana disciplina che è la pallavolo, niente è scontato, niente è prevedibile. Nemmeno ciò che più di ogni altra cosa sembra facilmente intuibile: l’andamento della “matricola del sud”, matricola che in un paio di mesi mette in piedi un roster, matricola che come dirigenza ha un gruppo di amici che agisce dettato dalla passione, la matricola che si confronta con le spietate signore del Volley italiano.
Da tutti data per spacciata, la debuttante entra a piccoli passi in un universo sterminato e semi-sconosciuto, con umiltà e fatica: Molfetta non ha pretese, ma con ambizione e un pizzico di orgoglio, grazie all’instancabile DS Ninni De Nicolo, dà il via ad una campagna acquisti piena di sorprese e di colpi di scena. I protagonisti di questa splendida cavalcata li conosciamo bene.
Un campionato lungo e difficile si traduce in qualche numero: la Pallavolo Molfetta si classifica al terzo posto, con 63 punti in classifica, risultato di 30 partite giocate, delle quali 21 vinte e solo 9 perse. Il lavoro in palestra ha dato i suoi gustosi frutti, grazie ad un agguerritissimo Pino Lorizio, coach e mentore della squadra, e se è vero che l’appetito vien mangiando, qui più di uno sta leccandosi i baffi.
I play-off sono una lotteria, ma in certi casi, se il fisico c’è, è la mente a fare la differenza, è la convinzione mescolata al punto giusto con l’umiltà, con quel famoso “testa bassa e pedalare” che è diventato un po’ il motto della regular season. Nessuna pretesa, ma passione, agonismo e coesione in campo. Ed è la mente a condurre la Pallavolo Molfetta tutta (squadra, dirigenza, staff, e ultimo, ma non per importanza, lo splendido e “Fedelissimo” pubblico molfettese) ad una Finale Play-Off, fino a mercoledì solo sognata. E’ arrivato il momento di dire a noi stessi che “NON STIAMO SOGNANDO!”, che quest’annata è una magnifica realtà, che quest’annata, inaspettatamente, si è rivelata un successo senza eguali.
E così arriviamo a mercoledì sera. Un PalaPoli infuocato (anche per le alte temperature!) fa da cornice al match. Il biancorosso fa capolino un po’ ovunque, sugli striscioni, sulle magliette dei tifosi, sui ragazzi in campo e sulle bandiere che sventolano sugli spalti, e l’aria che si respira è quella delle grandi occasioni. Ripercorriamo quelle emozioni.
Mister Radici schiera Visentin e Giombini in diagonale, Rosalba-Dordei di banda, al centro Piano e Di Benedetto, libero Romiti. Formazione tipo per Molfetta.
Il 1° set parte con un punto a punto che rimarrà tale fino alle fasi finali (7-8/15-16/21-20 i parziali). E’ proprio sul 21-20 che Molfetta allunga il passo, con un muro strepitoso di Botti ai danni di Giombini. Dopo il time-out per Città di Castello, è bis ad opera di Uchikov, ma è anche bis di time out per Radici. Non c’è niente da fare: Giglioli firma l’ace del 23-20. Uchikov in lungolinea chiude per 25-23.
Il 2° set parte in vantaggio per Molfetta (8-4/ 16-11/21-15), che non è mai in pericolo e chiude sempre con Uchikov il set sul +3 (25-22).
Terzo set fotocopia del primo, ma con risultato opposto. La Gherardi difende molto di più, e per gli attaccanti molfettesi diventa più difficile chiudere il colpo. Molfetta mostra i primi segni di cedimento e cede per 21-25. Stessa cosa per il quarto set. Il vantaggio di Città di Castello si fa più consistente, e Rosalba chiude sul 21-25.
Quinto set. Due a due, palla al centro. Città di Castello con Giombini allunga fino al 3-6. Lorizio chiama time out, e al ritorno in campo Giombini al servizio finisce out (4-6). Rosalba per il 4-7, la difesa di Giombini su una bomba di Niko Uchikov è fuori (5-7). E’ lo stesso Giombini ad arrivare ad 8 per il cambio campo (5-8): fischiata una doppia agli ospiti (6-8), arriva anche un errore molfettese per capitan Botti in battuta (6-9). Jasim e Mattioli recuperano terreno e portano sul -1 (9-10), Radici chiama time out, e al ritorno in campo Visentin, intento nel recuperare una pessima difesa dei colleghi tifernati, batte col petto contro il seggiolone del primo arbitro, rimanendo per qualche tempo supino sul mondoflex, ma continuando la gara coraggiosamente (al ritorno a Città di Castello, il regista Visentin ha accertato di aver contratto una frattura alla costola, ndr). Un enorme Mattioli sale in cattedra, prima a muro su Leondino Giombini, poi con uno strepitoso lungolinea (12-10). Sarà ancora Uchikov a chiudere sul 15-12, dando il via ai festeggiamenti.
L’avventura di Molfetta in Finale inizierà il 20 maggio alle 18, ma non è ancora possibile stabilire chi sarà la seconda finalista. Castellana e Segrate si trovano attualmente sul 2 a 1 per i pugliesi, e domenica, alle ore 16, in diretta su Sportitalia2, si terrà gara 4, sul campo dei Leoni di Segrate. Castellana ha quindi l’occasione di chiudere il cerchio e di rendere tutta barese questa Finale; in caso contrario, il responso è affidato a gara 5 (in casa di Castellana, perché classificatasi meglio in regular season).
Non stiamo più nella pelle…
Arianna Mastrofilippo-Domenico de Stena
Ufficio Stampa Pallavolo Molfetta