Ventinove giornate alle spalle, un solo turno di campionato per definire la griglia, e poi via con i play-off, la post-season del sogno.
La Globo sa che quasi certamente dovrà passare per il pre-turno, a meno di improbabili miracoli nell’ultima giornata. Alberico Vitullo è il digì del club volsco ed è con lui che analizziamo le reali speranze, non trascurando un’analisi retrospettiva di una stagione luci ed ombre.
«A questo punto sappiamo con quasi assoluta certezza che sarà Milano la nostra avversaria del primo turno.
Il nostro compito nell’ultima giornata, sul campo del Santa Croce, sarà quello di garantirci matematicamente la nona piazza, a prescindere da quel che sarà il risultato di Milano-Padova. Sulla carta i patavini dovrebbero fare di tutto per vincere ed attendere eventuali buone notizie dalla gara che vedrà Ravenna opposta al Perugia, altra squadra motivata, ma in teoria meno forte del Ravenna».
Il nono posto è un buon risultato, ma leggermente al di sotto delle attese e dei programmi di inizio stagione. Come si può spiegare?
«Senza andare troppo lontano, mi sembra evidente che gli infortuni ci hanno martoriato in un momento cruciale della stagione, impedendoci di raggiungere risultati ampiamente alla portata, e su tutti indico la gara con il Club Italia e quella casalinga con il Perugia. Anche contro il Padova abbiamo disputato una partita eccellente ma poi non abbiamo raccolto punti per il problema della “coperta corta”, dovuta alle indisponibilità di giornata.
Con i 5 o 6 punti lasciati in queste tre partite, adesso si parlerebbe di traguardi totalmente in linea con quel che la società ci aveva chiesto in estate. Nello sport si dice che di solito fortune e sfortune si compensino: nel nostro caso alla precedente stagione, filata splendidamente liscia, ha fatto seguito quella in corso, travagliata oltre ogni immaginazione. Tornare indietro non si può, prendiamoci questo nono posto e vediamo di far bene in post-season».
Il primo turno contro Milano dovrebbe spaventare più i vostri avversari che voi, visto l’esito delle due gare di campionato…
«A Milano abbiamo offerto una delle migliori prestazioni stagionali ed anche il match di ritorno lo abbiamo giocato piuttosto bene. In effetti questi precedenti inducono a credere che se per noi sarà difficile, per loro sarà difficilissimo…»
Semifinale di Coppa Italia persa di un soffio, quarto posto alla fine del girone di andata, poi un lento regredire. Avete sbagliato qualche calcolo?
«Non vorrei apparire ripetitivo, ma le assenze ci hanno condizionato non poco. In questo sport esistono i titolari e le riserve. Non me ne vogliano i giocatori che hanno questo secondo ruolo, ma è evidente che non è la stessa cosa schierare il sestetto base o una formazione con uno o più innesti dalla panchina. In questa categoria poche squadre possono permettersi delle riserve all’altezza dei titolari. Noi abbiamo costruito il roster tenendo presenti le indicazioni tecniche ma anche di budget che ci erano state fornite dalla proprietà. Quando a Cavriago è entrato in campo Gaetano, ha fatto benissimo, anche meglio di quel che fino a quel momento aveva fatto Scappaticcio. Però poi dover giocare la semifinale di Coppa con il nostro giovanotto titolare al posto del capitano è stato penalizzante e non poteva essere altrimenti. Questo è solo uno dei tanti esempi che si potrebbero fare. Per tutto il girone di andata siamo stati bravissimi a far fronte anche alle assenze, tanto che abbiamo chiuso con una classifica migliore rispetto ad altri club che in sede di campagna acquisti non avevano lesinato sforzi per allestire dei gruppi altamente competitivi. Nella seconda parte di stagione siamo stati meno bravi, anche perchè l’emergenza è stata davvero di proporzioni consistenti. Però abbiamo chiuso piuttosto bene, ed ora ci attendiamo da Anderson Giacomini ulteriori progressi per poter giocare i play-off da protagonisti».
In estate avete attuato una strategia tendente a potenziare la squadra, cedendo qualcosa in ricezione ed accentuando la potenza offensiva e l’aggressività già al servizio. A conti fatti rifareste le stesse scelte?
«Credo che le scelte siano state improntate a una logica ferrea. Anche in questo caso, la squadra andrebbe giudicata per quella che doveva essere ma poi raramente è stata. Alcune risposte del campo sono state molto confortanti, altre meno».
In posto 3 forse il rendimento complessivo è stato un po’ inferiore alle attese. Sei d’accordo?
«Non intendo fare l’avvocato difensore, ma anche per questo reparto è stato condizionante che gli allenamenti si siano svolti solo con due centrali. Per due mesi non abbiamo avuto a disposizione Costantino, per via di uno strappo addominale. Quando finalmente avevamo l’imbarazzo della scelta e tutti e 3 i giocatori disponibili nel corso della settimana, è arrivato l’infortunio di Pavan, peraltro nel suo miglior momento. Polidori non ha mai potuto rifiatare e questo va tenuto in considerazione prima di giudicare deludente la sua stagione. Potevamo far meglio, questo è certo».
E veniamo alla nota superpositiva. Roberts quest’anno, Anderson Giacomini nella scorsa stagione. Dove andate a prenderli questi fenomeni?
«Sono contento che qualcuno ci conceda il merito di aver colto nel segno. Io e Alberto abbiamo visto un set e mezzo di Roberts e ce ne siamo sportivamente innamorati. Nella stagione precedente con Anderson Giacomini abbiamo stravinto la scommessa. Ora vorremmo scommettere un po’ meno e avere qualche certezza in più. Scappaticcio, Libraro, Gatto e Gaetano sono sotto contratto anche per la prossima stagione, su Roberts naturalmente stiamo lavorando, perchè per un progetto superambizioso ripartire da lui sarebbe fondamentale. I suoi tempi d’attacco e le sue percentuali sono davvero straordinari».
Programmare per la prossima stagione non significa deporre le armi per quella in corso?
«No, certamente. Ogni club che vuole avere risultati all’altezza delle proprie aspettative deve anticipare i tempi delle scelte e delle strategie, ma siamo vivi anche per questa stagione e vogliamo andare più avanti possibili. Se dovessimo raggiungere i quarti, ci toccherebbe probabilmente Padova, con tutte le difficoltà conseguenti, però potete star certi che ci proveremo».
Sprint finale: è fatta per Ravenna?
«I miei amici romagnoli possono fare i debiti scongiuri, ma credo di sì. Con tutto il rispetto per Perugia, che è un buon sestetto, una squadra che vince 3-0 a Padova, ha il dovere di completare l’opera. Faccio i complimenti a Ravenna per la grande impresa in Veneto. Se vincerà il campionato, l’avrà meritato. E’ un piccolo capolavoro di Babini e dei suoi ragazzi».
Roberto Mercaldo