L’avventura sulla panchina della Prisma Taranto per il neo-coach Roberto Serniotti comincia con un punto conquistato al tie-break contro Verona, diretta concorrente per i play-off (è all’ottavo posto in classifica). La Prisma ha giocato questa gara più con il cuore che con la ragione. E’ riuscita a riacciuffare l’avversario con l’orgoglio, la generosità e la rabbia dei giocatori più grintosi, ossia Suxho e Cleber, ed ha potuto contare su un Bartman che ha disputato la sua migliore prestazione in rossoblu (20 punti, 50% in attacco).
Se avesse potuto contare sul miglior Rivaldo (17 punti in cinque set, 34% di positività in attacco, 4 errori punto, 6 muri subiti e ben 6 errori in battuta), forse l’epilogo del match sarebbe stato diverso.
Verona vince anche perchè ad un certo punto il suo coach attinge risorse preziose dalla panchina, inserendo in frangenti importanti un ricevitore in più (Latelli) per coprirsi meglio in seconda linea, cambiando un centrale (Curti) apparso in affanno per un altro al rientro positivo (Howard) e mandando in campo un giovanissimo (Kovar) che nel quinto set sul 14-14 gli ha messo a tessa una palla importantissima su situazione di gioco rischiosa. Un discorso a parte merita la tattica. E’ parso chiaro che Verona si è studiata bene l’avversario ed ha cercato di sfiancare in ricezione per tenerlo lontano da rete, quello che negli ultimi incontri era stato l’uomo migliore della Prisma, ossia Cleber il quale ha ricevuto ben 37 palloni, subendo 45 ace. E’ anche vero Taranto concede nell’arco dell’incontro agli avversari ben 33 punti che sono la somma di 18 battute sbagliate e 15 errori punto.
La cronaca del match vede una Prisma cominciare bene il match (4-1) e costringere subito il coach di Verona a chiamare il primo time-out discrezionale. Gli scaligeri, però, rimontano portandosi sul 5-6 grazie alle sue armi migliori: battuta e muro ( un ace di Kromm e due muri consecutivi su Cleber, prima da parte di Sottile e poi di Holt). Si gioca punto a punto. La partita tecnicamente non è bella, si sbaglia da una parte e dall’altra. Verona prova a fuggire e si porta in vantaggio di due punti (12-14,15,17,17-19), Taranto la riprende e va sul 21-21. A questo punto la Prisma però commette errori determinanti;ben quattro che lasciano passare Verona per 22-25 nonostante una migliore percentuale offensiva (52% contro il 41%).
Nel secondo parziale Taranto utilizza le stesse armi che avevano permesso all’avversario di aggiudicarsi il primo parziale. Risulta più incisiva, infatti, nella fase battuta/muro e dall’8-7 si costruisce un importante break di quattro punti (11-7) con Cleber protagonista dalla linea di fondo. Il vantaggio continua a crescere e la Prisma si aggiudica nettamente il secondo parziale murando tanto (cinque i punti vincenti in questo fondamentale).
Nel terzo set, come già altre volte accaduto, inspiegabilmente la Prisma in cinque minuti accumula uno svantaggio quasi impossibile da rimontare. Verona sornione fa il suo, continuando a picchiare dalla linea di fondo, cercando sempre di sfiancare in ricezione Cleber tenendolo lontano dalla fase di attacco. Il brasiliano va in difficoltà e viene sostituito da Westphal quando comunque il set appare compromesso (6-11) non tanto nel punteggio quanto nell’atteggiamento.
Il quarto parziale consegna al pubblico del Palamazzola grande spettacolo e alti momenti di phatos. Verona parte bene e mette la freccia (7-9,11-14,12-15) mostrando grande sicurezza. Non ha fatto i conti con l’improvvisa fiammata di Taranto che sfruttando un fruttuoso e velenoso turno in battuta di Suxho rimonta portandosi sul 17-15, mettendo a segno sui cinque punti conquistati ben tre muri, di cui due di Elia. E’ la reazione giusta al momento giusto. Bartman e Cleber raggiungono alte percentuali offensive e permettono alla Prisma di tenere a distanza l’avversario e di portarlo al tie.break.
Il quinto set è uno stillicidio di emozioni. La Prisma con determinazione prova a staccare Verona (10-8) che come una zecca però si tiene incollata ai rossoblù riportando in equilibrio il match.Il primo match ball lo fallisce Taranto (14-13) che a sua volta ne deve annullare tre mantenendo il punteggio in parità (17-17). La differenza la fanno gli opposti: quello di Verona, Lasko, mette palla a terra (17-18), quello di Taranto, Rivaldo, si fa murare (17-19).

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