Viste da vicino sembrano due squadre uguali. Stessi equilibri, un gioco che le accomuna, atleti di grande livello e persino una posizione di classifica che le distanzia di pochi punti. E se Bologna, che ha già riposato, ha dimostrato qualche difficoltà soltanto con Città di Castello, Roma può gloriarsi di aver vinto i sette incontri fin qui disputati, ma non può non riconoscere che in alcuni di questi ha dovuto soffrire prima di venirne a capo. Il big match dell’ottava giornata di A2 si presenta con queste caratteristiche: la M. Roma con la veste della lepre a fare da battistrada e a cercare altri punti per distanziare le dirette avversarie e il Bologna che non vuole regalare ai capitolini ulteriori vie di fuga.
Aver giocato ad ottimi livelli ed avendo una milizia consolidata nel campionato di A2 autorizza Adriano Paolucci, capitano della squadra al vertice, ad esprimere alcune giuste e sensate considerazioni. “Non credo – inizia il palleggiatore – che stare al vertice sia dannoso. Certo, le avversarie, sapendo che hanno tutto da guadagnare affrontandoti, possono giocare più libere, con la testa sgombra, caratteristiche di chi non ha nulla da perdere. Ma chi guarda dall’alto, di riflesso, ha la possibilità di affrontarti con una carica particolare, anche se deve cercare di vincere a tutti i costi. Quindi – continua Paolucci – fare da lepre non è dannoso. Se non altro, aver distanziato le avversarie di qualche punto ti permette di giocare senza affanno”.
Ovviamente, non come accaduto domenica scorsa nella gara con Città di Castello, giocata dai romani in maniera distratta e con molti errori, cosa che ha costretto Giani, al termine della partita, ad inchiodare i suoi ragazzi alle rispettive responsabilità. “Il messaggio non è passato inosservato, abbiamo capito immediatamente a cosa e a chi si rivolgeva l’allenatore, per cui la sfuriata sarà sicuramente utile. Il tecnico ha voluto spiegarci perché, nonostante siano stati vinti sette incontri su sette, non abbiamo il diritto di rilassarci. Anzi, proprio i risultati conseguiti fino ad ora devono aiutarci a migliorare e ad evitare pericolosi blackout. Lo so – continua Paolucci – è una questione di testa, anche perché, dopo aver rivisti i numeri della partita, abbiamo verificato che in alcune cose siamo andati addirittura meglio rispetto ai match precedenti, ma che in altri momenti non siamo stati continui. E questo non può aiutare a crescere “.
Bologna-Roma, secondo il capitano, diventa una partita a scacchi ed una sorta di crocevia perché le due formazioni possano meglio capire le proprie ambizioni. “Loro avranno addosso la pressione dei tifosi per batterci e il vantaggio di giocare in casa. Noi, come ci è capitato altre volte, la serenità che solitamente ti accompagna nelle partite in trasferta contro avversari di buon livello. Bologna – conclude Paolucci – ha degli ottimi attaccanti, tutti argentini che si conoscono bene e che sembrano ben collaudati. È una squadra organizzata a muro e in difesa, ma ha dei punti deboli, lo abbiamo capito guardando il video e poi sono molto simili a noi. Non sarà facile, ma se saremo accompagnati dalla concentrazione e dalla determinazione che abbiamo messo in campo contro Castellana, allora ce la giocheremo alla pari”.