La scorsa domenica al palasport città di Frosinone, dopo la bella vittoria su Città di Castello per 3 a 1, la Globo Banca Popolare del Frusinate Sora ha stretto un “gemellaggio sportivo” con il Volsci Rugby Sora, società iscritta al campionato interregionale di serie C Lazio-Campania e al momento prima in classifica con cinque vittorie in altrettante gare. Questo connubio di primo acchito può far sorridere per via della diversità che intercorre tra le discipline: la pallavolo è uno sport, si di squadra ma dove queste sono divise da una rete che sta a significare anche assenza di contatto. Di contro, il rugby è fatto di contatto fisico e di situazione di gioco, oltre che fango, terra e agenti atmosferici. Ma molteplici sono i punti di contatto che il rugby e la pallavolo posseggono: entrambe le discipline rientrano nella categoria dei cosiddetti “sport minori”, anche se in realtà non lo sono in quanto ognuna ha la sua importanza e bellezza, per chi la pratica o semplicemente la segue da appassionato.
Il dottor Paolo Faticanti, presidente del Volsci Rugby Sora, sostiene che: “Il comune denominatore tra due sport così diversi è principalmente la passione. L’entusiasmo che si respira al palazzetto quando gioca la Globo Banca Popolare del Frusinate Sora, che anima non solo i giocatori e il pubblico ma anche i dirigenti, è lo stesso che si respira in casa Volsci. Perseguire i propri obiettivi con serietà e tenacia, sapere di poter contare su un gruppo affiatato, rende due discipline diverse tra loro molto simili”. Per il capitano Nico Colarossi ciò che accomuna le due società è un fatto ovvio che si palesa a chiunque provi ad entrare in contatto con ognuna di esse: “Chi si avvicina al nostro gruppo, anche solo per una birra al terzo tempo, si accorge subito che siamo una grande famiglia dove il capitano rappresenta il fratello maggiore e a regnare è il rispetto soprattutto per l’avversario. E questo è anche quello che succede nella pallavolo, specie quella sorana, dove io e il mio team oggi siamo entrati a farne parte. Due bellissime famiglie che si uniscono in nome dello sport e dell’amicizia”. Altro punto di fondamentale contatto tra la pallavolo e il rugby è la testa che entrambe le compagini hanno dimostrano di avere alla luce dei risultati ottenuti. La pallavolo si sa è uno sport dove la psicologia la fa da padrona e anche nel rugby il cervello abbinato ovviamente al corpo sono i mezzi principali per il raggiungimento degli obiettivi. Molto spesso, specie tra i non addetti ai lavori, dicendo rugby si pensa subito a un sacco di botte e zuffe gigantesche, poi guardi giocare i 30 bambini del mini-rugby Volsco e ti rendi conto che non è così. Le motivazioni che spingono a questa sbagliata idea ce la spiega ancora il capitano Colarossi: “ Purtroppo è facile dire dall’esterno che il rugby sia un gioco violento. Niente di più sbagliato, però, perché il rugby, come qualsiasi altro sport di contatto, prevede che chi lo pratica si metta in gioco e usi il cervello ma anche il corpo per raggiungere l’obiettivo. Quelle che sembrano zuffe gigantesche non sono altro che ruck o maul, fasi di gioco in cui comunque c’è ordine nell’apparente disordine perché il rugby è fatto di molte regole che vanno rispettate e sopratutto non deve mai venire meno il rispetto dell’avversario”.
Sul parquet frusinate c’è stato anche un significativo scambio di palloni: capitan Scappaticcio ha regalato il molten tricolore al vice capitano del Volsci Rugby Sora che a sua volta gli ha “lanciato” la palla ovale. Ovviamente grande festa con i rugbisti che provavano a palleggiare e a schiacciare mentre i pallavolisti, un pochino stanchi dalla partita appena terminata, chiedevano incuriositi alcune nozioni tecniche. Ma l’euforia degli uomini di mister Massari ha abbracciato anche quelli di mister Gatto e via tutti insieme in un gigantesca “mischia”. Un aspetto sul quale la curiosità degli atleti della Globo Banca Popolare del Frusinate Sora si è molto soffermata è stato l’importanza del famoso “terzo tempo” fatto di birre, sudore e strette di mano tra chi dieci minuti prima se le dava di gusto. “Il terzo tempo è parte integrante di ogni partita – spiega ancora Colarossi – non esiste un match in cui non si beva una birra in compagnia della squadra ospite e dell’arbitro indipendentemente dal risultato finale. Il terzo tempo serve quasi a chiudere gli 80 minuti di gioco, finisce lì la partita con un panino, una birra e la speranza di rivedersi su qualche campo da rugby prima da avversari e poi da compagni di merende”.
Nella prossima giornata di campionato, due diversi impegni fuori casa toccano alle società di corso Volsci: la Globo Banca Popolare del Frusinate Sora è attesa domenica 29 novembre a Reggio Emilia dalla Edilesse Cavriago, mentre il Volsci Rugby Sora, dopo la sosta di campionato, il 6 dicembre sarà a Torre del Greco per confermare il suo primato in classifica.
Carla De Caris – Ufficio Stampa Globo Banca Popolare del Frusinate Sora