Incrociandolo prima del match di Montichiari pare che Julio Velasco, non uno qualunque, gli abbia detto: “Ma chi te lo fa fare a prenderti a soli 31 anni la responsabilità di allenare una squadra di A/1?”. Michele Totire, giovane coach della Prisma Taranto è uno che sta mostrando di avere le spalle larghe per reggere le pressioni della sua prima esperienza su una panchina di A/1 ed è anche consapevole che le sei sconfitte consecutive rimediate in questo primo scorcio di stagione rappresentano un segnale di allarme da interrompere solo con l’incrollabile fiducia nei propri mezzi ed in quelli della sua squadra ed ovviamente con il duro lavoro in palestra.
“Mi lusinga il fatto che gente come Velasco, Prandi o Lorenzetti mi abbia indirettamente fatto intendere che ho avuto un bel coraggio ad accettare questa sfida” – dichiara al telefono da Schio dove è andato a trascorrere qualche giorno di relax dalla sua compagna, la giocatrice di basket Simona Tassara – “A loro come agli altri che mi fanno la stessa domanda rispondo che questa è l’occasione della mia vita, un’occasione che andava presa al volo e che mi sento fortunato ad aver avuto da giovane perché c’è gente che aspetta anni prima di arrivare ad allenare in A1. Le sei sconfitte consecutive non mi turbano. Sono sicuro che ci riprenderemo presto e ci salveremo”.

Un bilancio temporaneo di questa esperienza?

“Per me sinora è stato tutto positivo. Non riesco a vedere cose negative ma solo aspetti da migliorare. Sognavo di fare quello che sto facendo e ci sto mettendo tutto l’entusiasmo che ho. Per me questo è il lavoro più bello al mondo. Le responsabilità non mi spaventano, mi godo il momento e non posso che ringraziare la società che mi ha dato questa bella possibilità, i giocatori ed il resto dello staff tecnico per la collaborazione che mi stanno fornendo.” I

Quali pensi siano i tuoi attuali limiti?

“Sicuramente mi manca l’esperienza che solo il campo ti può dare. Mio padre dice sempre che solo guarendo dalle cicatrici ed imparando a gestire il dolore delle ferite si trae insegnamento da qualcosa. Ritengo di avere da migliorare le modalità di lavoro tecnico da svolgere in palestra con la squadra e la capacità di gestione del gruppo, sopratutto nei momenti di difficoltà. Dal punto di vista tattico credo, invece, di essere preparato. E’il lavoro che ho sempre fatto prima da scout man e poi da assistente. I giocatori forse erano abituati a vedermi sotto un’altra veste, quella del secondo allenatore, che è un po’ l’amico, il confidente dei giocatori, colui che fa da spugna tra l’esigenze dell’head coach e quelle della squadra. Ho dovuto attendere un po’ per meritare il loro giusto rispetto e per calarmi pienamente nel ruolo ma ora la squadra mi ascolta e mi segue.”

Quali sono gli allenatori ai quali in un certo senso ti ispiri?

“Il professor Prandi per il modo di studiarsi le squadre, di saperle gestire al meglio in base alle caratteristiche tecniche dei giocatori e di tenersi sempre aggiornato sui metodi di lavoro. E poi a Fefè De Giorgi per la grande carica umana e la capacità di saper gestire un gruppo”

Che campionato hai visto sinora?

“Più povero dal punto di vista tecnico dato che sono andati via giocatori importanti come Giba. Di contro è aumentato il livello fisico. Ci sono 3-4 squadre come Cuneo, Roma e Treviso che sono più forti delle altre anche se dettano legge soprattutto quando giocano in casa loro mentre fuori possono comunque andare in sofferenza su qualunque campo se non giocano al meglio. E’ stato un campionato condizionato dal calendario serrato, si è giocato ogni tre giorni ed è stato difficile dare continuità al lavoro quotidiano in palestra. Padova, sinora rappresenta la sorpresa e credo che alla ripresa riuscirà a mantenere l’attuale rendimento. Per quanto riguarda noi, possiamo puntare ad arrivare tra l’ottavo ed il decimo posto anche se il nostro primo interesse è riuscire a mettere sotto due squadre e salvarci quanto prima arrivando a quota 24 punti”.

Come sfrutterete la pausa? In cosa dovete migliorare?

“ Lavoreremo sodo su tutti i fondamentali. Siamo una squadra che non possiamo trascurare nulla. Essendo molto tecnici abbiamo bisogno di lavorare tanto in allenamento e ripetere, sino alla noia se è il caso, gli esercizi. Per poter vedere determinati gesti tecnici in partita c’è bisogno che essi vadano provati e riprovati in palestra”.

Si parla di un ritorno sul mercato per ingaggiare uno schiacciatore. Che dici a tal riguardo?

“ In sintonia con la società abbiamo pensato che ci serva un giocatore di esperienza, in grado di saper attaccare bene la palla alta e di ricoprire più ruoli. Un giocatore dalle caratteristiche differenti rispetto agli schiacciatori che abbiamo in organico”.

UFFICIO STAMPA
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